lunedì 9 febbraio 2009

RIFLESSIONI


In questi giorni il dramma di Eluana Englaro è prepotentemente tornato alla ribalta.

E’ il fatto del giorno di tutti i giorni.

Tutti vogliono dire la loro opinione in merito, addirittura il governo, in quattro e quattr’otto, con una celerità inusuale da far spavento, ha addirittura espresso un disegno di legge che verrà con tutta probabilità approvato nel giro di poche ore
da questi personaggi.
Si guadagnassero la michetta altrettanto velocemente approvando le leggi che servono e che non abbiamo!!
Mi dà proprio un fastidio fisico l’arroganza di certi personaggi politici e religiosi che si vantano di giudicare (in nome della fede e del cristianesimo - quest'ultimo però ne ha di scheletri nell'armadio! , lo dice la storia), di avere il diritto di decidere o no cosa è meglio per questa donna che già aveva deliberatamente deciso cosa fare, nel caso mai fosse successo, quel che è successo.

Se prima era un caso umano ora purtroppo è diventato un caso politico.
Non mi interessa vedere chi vincerà la partita se il capo dello stato o il presidente del consiglio, il fatto è che chi perde qui è l’ UOMO.

Che tristezza manipolare così in questo modo abbietto, la sorte di una donna che prima non può più difendersi da istituzioni e personaggi che pretendono di decidere per lei; e poi una volta per tutte, diciamolo che questo non ha niente a che vedere con il discorso eutanasia!

Ma soffermiamoci a pensare un’attimo… quante persone nelle sue condizioni ci sono? Il suo caso è diventato il caso dei media, per poter stampare e parlare ancora di più, fare audience, continuando a trasmettere le immagini di quand’era così bella e sorridente.

Sono cattolica anche se poco praticante, ma mi piacerebbe che scendesse il velo del silenzio su questa vicenda, non per dimenticarla no, ma per il rispetto ai suoi familiari ai suoi genitori che hanno sofferto (prima) stanno soffrendo (durante) e non finiranno di farlo (dopo) nemmeno quando Lei avrà preso il volo verso altri cieli, in modo definitivo .

Viviamo in tanti il suo dramma, ma è doveroso il rispetto e una preghiera detta con il cuore e a labbra sigillate.

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