lunedì 27 settembre 2010

CONSIDERAZIONI


Non finisco mai di stupirmi della cattiveria della gente.



Sembra che stia crescendo sempre più velocemente e a volte ci si sente impotenti.

Ho spesso a che fare per lavoro con persone che devono davvero essere molto infelici, se le loro massime aspirazioni riguardano solo il lavoro.

Capisco che è importante e ci permette di mantenere uno stile di vita, di vivere, ma non è tutto lì.
Ci sono i sentimenti, c’è il rispetto, la bontà d’animo, il sorriso, l’empatia, il condividere: queste persone amano primeggiare, tante cose si fanno perché loro lo hanno proposto e/o deciso, di solito hanno una vita piccola, riempita di tante cose materiali, di cose che alla vista fanno benessere esteriore, e non hanno figli.

Ma quello che conta è dentro.




E’ il cuore e sinceramente non le invidio.

Amano mortificare, prevaricare, calpestare, criticare, a volte sentono e mai ascoltano, si fanno grandi delle problematiche altrui fingendosi amiche ma sono false, perché si cibano degli altrui problemi, fingendo di farsi untori e di risolverli. Sono incantatori che prima o poi cadranno da un piedistallo di sabbia.

E’ triste che questo germoglio non venga mai estirpato e che anzi, si stia allargando sempre più,
provo per loro una gran compassione, perché si negano le gioie della sincerità e dell’onestà, condivisione della vita, delle cose belle, dei sentimenti, per lo meno come li vivo io, anche se
quando entro in quest’ufficio spesso e volentieri mi devo mettere (metaforicamente si intende) un tappo nel sedere.




*

giovedì 23 settembre 2010

PORTOMAGGIORE E DINTORNI


Sono partita venerdi 19 molto presto per raggiungere Portomaggiore dove dal gennaio scorso mi ero prenotata per esporre per il quarto anno consecutivo alla Fiera del paese.

Purtroppo il tempo non è stato magnanimo nè venerdi nè sabato, comunque oltre al piacere di stare in compagnia dei miei parenti e degli amici, domenica mattina prima di recarmi alla mia bancarella, sono andata con Massimo, Sabry e Angelo a visitare il Castello del Verginese a Gambulaga di Portomaggiore.

Valentina ci aveva invitato a presenziare ad un mercatino di hobbystica all'interno dei giardini per domenica 26, e benchè io abbia declinato l'invito abbiamo pensato che una puntura di cultura potesse farci bene.

E' un castello diverso dal solito, molto basso con dei bellissimi giadini e vigneti e viene chiamato Delizia, ha origine intorno al 1480come casale di campagna, ma fu trasformato in residenza ducale nel primo cinqucento da Alfonso I D'Este e donato a Laura Eustochia Dianti. Alla morte del duca la dama vi si ritirò facendone la sua piccola corte privata e ne ordinò la ristrutturazione, eseguita in primis da Girolamo da Carpi.

Egli configurò il castello come un edificio a pianta rettangolare delimitato da quattro torri merlate e a pianta quadrata.

A lato c'è una piccola chiesa settecentesca, unita all'edificio da un portico, anch'esso della stessa epoca. L'interno è decorato a partire dal xviii secolo con stucchi, fiori in stile liberty a tempera, conchiglie, rosoni, volue e spesse cornici che delineano i soffitti.

La vicina torre colombaia è un residuo delle pertinenze originariamente poste intorno alla Delizia e risale al XVI secolo.

Tutt'intorno un grande brolo (giardino fiorito) e le vigne.

All'interno le stele di una necropoli di epoca romana dei Fadieni risalenti al I e II secolo d.c.(età imperiale) .

E' stato interessantissimo ascoltare la guida che ci raccontava le storie medioevali del castello e dei suoi abitanti; si parla anche di un fantasma che si aggira tra le mura... Fra l'altro ho incontrato Davide, un vecchio amico che ho rivisto con piacere.

Abbiamo poi potuto ammirare in una sala al piano terreno la mostra degli acquarelli botanici di Maria Rita Stirpe e ne sono rimasta ammirata.

Poco lontano c'è un altro castello in quel di Voghiera, il Castello del Belriguardo che varrà la pena di visitare la prossima volta che verremo qui.

Lunedi sera alle 23.30 avevamo messo già via tutto, finita la tombola (non c'era più nessuno in giro), una lunga fiumana di gente si è recata fuori paese e noi con loro, per assistere ai fuochi artificiali che sono stati molto più belli di quelli dello scorso anno.

Per oltre mezz'ora abbiamo avuto gli occhi pieni di luci e di colori, eravamo ai bordi del canale, a guardare i mille disegni nel cielo riflessi nell'acqua , tutti i visi con il naso per aria a godere di questi momenti che aprono il cuore.

Ho chiuso gli occhi, stanca, alle 2.30 per riaprirli alle 9 di martedi mattina.

Alle 10.30 sono partita per tornare a casa, portandomi dentro i sorrisi di Francesca ed Eleonora,
le mie nipotine , che mi han fatto compagnia e coccolato.

Portomaggiore è il paese natio di Massimo la mia dolce metà, ma ci sono momenti in cui lo sento mio, cosa che con Milano dove sono nata, non ho mai provato.

C'è davvero sempre qualcosa da scoprire...
E' bello provare queste emozioni, mi fanno stare bene.

:-)

martedì 14 settembre 2010

GIORNI STRANI

Sono giorni strani questi. Non so nemmeno bene spiegare come mi sento. Non so se è il fatto che Stefano partirà a novembre o se sono io che sto effettuando l'ennesimo cambiamento. A volte mi sento come uno di quegli animali che cambia pelle.

Da un mese non mi mangio più le unghie e per l'anno nuovo ho deciso già fin d'ora che non fumerò più.

Stamattina sono andata a trovare mamma e papà, ho messo delle gerbere colorate, come piacciono a me e ho detto una preghiera. Caro papi, domenica era il suo compleanno avrebbe compiuto 84 anni e forse è anche questo che mi fa sentire un pò fragile, ci sono momenti in cui mi manca lui , mi mancano entrambi.

In momenti come questo mi sento un pò sperduta, senza riferimenti, indicazioni, sola, un pò come una piccola bandierina al vento...

Sono giorni strani, ma cerco di guardare oltre e di pensare positivo.

:-|

mercoledì 1 settembre 2010

IL CIOCCO - by Ste




Questo è un racconto scritto da Stefano qualche tempo fa. Riordinando i testi e le cartelle sul pc eccolo, è spuntato come un fiore.



Il mio Ste, che quest’anno il Natale non lo passerà con noi, ma in un altro continente…


Anche questo è un modo per averlo un po’ più vicino malgrado le distanze, amche se sempre nel cuore, come un marchio indelebile.

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Il Ciocco
di Stefano Maresti


Ho appena finito di scaricare la macchina, dopo il delirio di oggi.
Il centro commerciale era un carnaio, e poi io come al solito mi riduco sempre all'ultimo con i regali. Ma non è questo il punto.



Sto nascondendo i pacchi nel garage, per poi venire a prenderli stasera
con Gemma, dopo aver messo a letto i bambini, quando ad un certo punto sento un rumore, come di campanelli. Poi, mentre il suono si avvicina velocemente, si aggiunge un altro rumore, come se qualcosa strisciasse sull'asfalto. Sembra qualcosa di pesante, ma non gli do troppa importanza, mia moglie e i ragazzi sarebbero arrivati di li a poco. Dovevo sbrigarmi. E tutto d'un tratto, SBAM!



Un forte botto mi spaventa a tal punto da farmi sbattere la testa contro il ripiano sotto il quale stavo nascondendo i regali. La botta mi fa già un male della madonna. Mi volto ed esco per vedere che diavolo succede,mentre sulla testa sento il sangue pulsare sotto la pelle; ed è li che mi blocco.
A bocca aperta, completamente incredulo di fronte a quello che vedo.
Una slitta. C'è una slitta con tanto di renne. Ed è finita contro la mia macchina.
Non so se mi spiego: sono stato tamponato da Babbo Natale!



Sono li fermo, fuori dal garage, con una mano sulla testa, che guardo la mia macchina, con il lato posteriore sinistro mezzo accartocciato.
Mentre cerco di capire come sia successo questo casino, un ciccione vestito di rosso e barba bianca compare da davanti alla slitta, oltre la mia macchina.
L'urto deve averlo letteralmente sbalzato fuori.
Si da una spolverata al vestito e controlla il danno. Poi, sbuffando si avvicina velocemente alle renne per assicurarsi che stiano tutte bene.
Io son li, fermo come uno scemo, osservo lui che, dopo qualche attimo di scompiglio, si calma. Quindi si gira verso di me e mi fissa.



Fa una faccia tipo "porca eva, e adesso cosa diamine gli racconto?", poi comincia a camminare a passo spedito nella mia direzione. Io sono paralizzato talmente non credo a quello che vedo. Si ferma a due metri circa da me. Sembra parecchio dispiaciuto, sbuffa, ed è visibilmente imbarazzato. Si volta verso la mia macchina un'altra volta, poi di nuovo verso di me e dice
«Scusa figliuolo. Mi dispiace per la macchina, davvero, ma Rudolf quest'anno ha preso un brutto raffreddore e con questa nebbia, la poca luce...non vedo molto bene la strada...»
Fa una pausa e mi guarda.
Io sono immobile, sempre a bocca aperta, davanti a lui.



Mi limito ad annuire.
«Senti, io adesso avrei la solita faccenda da sbrigare. Sai, girare il mondo in una notte sola è una faticata...comunque non ti preoccupare, farò in modo che ti arrivino i soldi per ripagare il danno ok?
Dammi solo un pò di tempo che poi sistemo tutto io, va bene Tom?»
Quando dice il mio nome ho un sussulto. Gli rispondo «Si si», e nel frattempo penso "ma cosa sto dicendo?? Mi ha sfasciato la macchina!".
Lui a quel punto mi fa «Eddai non prendertela. Fidati che ti risarcisco, Santa Claus ha mai mentito a qualcuno? Oh oh oh!
tu pensa a passare delle buone feste, ok Tom? Buon natale!»
Fa per avviarsi ma si blocca di colpo nel prato innevato, si gira e dice «Ah, dimenticavo: dì a Ricky di smetterla di mettere ogni anno nella lista dei regali anche quella sua insegnante di francese...come si chiama...la signorina Johnson! Tuo figlio per certe cose è un pò precoce. Anche se devo ammetterlo, ha buon gusto, ehehe.»
Detto ciò, si gira e se ne va spedito verso la slitta.



Io annuisco di nuovo, in piedi, davanti al garage aperto. Lui salta a bordo della slitta, grida il suo solito "Oh oh oh!" e la slitta, con le renne, i regali, e tutto il resto si alza da terra, fino a scomparire oltre gli alberi che costeggiano il viale.



Ve lo giuro.
Dopo dieci minuti buoni comincia a nevicare.



Arriva mia moglie con Anna e Ricky che io sono ancora li, fuori dal garage, a guardare il cielo.
Mi chiedono cosa sia successo alla macchina e quando lo spiego a Gemma, si arrabbia tanto che mi tiene il muso per tutto il giorno di Natale. Pensava che volessi nascondergli qualcosa. La riparazione mi sarebbe costata più di 700 dollari. Poi a S. Stefano mi chiamano dal comune.
Dicono che abbiamo vinto i duemila dollari in palio per la lotteria di Natale.
Sto di nuovo per dire al tizio della segreteria che dev'esserci un errore, che io non ho comprato nessun biglietto numero 198, che noi abbiamo passato il giorno di Natale a casa tutti insieme, quando sento qualcosa in tasca che mi da fastidio. Infilo la mano e trovo un biglietto di carta azzurra con su scritto Lotteria di Natale - Biglietto n° 198.
Sotto ci sono il mio nome, cognome, indirizzo e numero telefonico di casa.



Tornato in salotto Anna mi corre incontro sorridente. Mentre la prendo in braccio mi chiede come ha fatto Babbo Natale a far passare la sua casa delle bambole da un camino stretto come il nostro.



«Magia.» è l’unica risposta che mi viene in mente.


Fine

Consigli per la mente, gli occhi, il cuore

  • IL PICCOLO AVIATORE - Andrea Scanzi
  • IO & MARLEY - John Grogan
  • IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO - Marcello D'orta
  • L'ONDA PERFETTA - Sergio Bambaren
  • LA BIBBIA
  • LA PROFEZIA DI CELESTINO - James Redfield
  • MESSAGGI DAI MAESTRI - Brian Weiss
  • NEL FUOCO - Nicholas Evans
  • SE SOLO FOSSE VERO - Marc Levy
  • STORYTELLERS - Paola Maugeri, Luca De Gennaro
  • UN'ALTRA OCCASIONE PER VIVERE - Ken Grimwood