domenica 18 ottobre 2020

AMICO - R. Zero


...dei nostri giochi confusi nell'ipocrisia, il tempo ruba i contorni a una fotografia. E il vento spazza via questa nostra irreversibile follia….”


E basta davvero poco per far riaffiorare un dolore. Una canzone nel pieno della serena e incompleta felicità, mentre stai camminando tranquilla, ecco che improvvisamente un rumore dalla strada ti raggiunge come un pugno e ti sposta in un tempo molto lontano, passato e archiviato in un angolo del cuore e della memoria.

Gli sguardi si incrociavano da una finestra all'altra, due palazzi di fronte, due case e vite diverse, due sorrisi, uno sguardo casuale alla fermata del tram e cominciò tutto così.

Ritrovarsi abbracciati è stato un attimo; regalarsi un giorno insieme a Parigi anche, ed è stata follia.

Una storia importante durata quella parte di vita impossibile da realizzare sul serio.

E ritrovarsi a sognare, un ballo improvvisato in una soffitta, un profumo francese usato solo per le uscite insieme, centellinato in ogni sua goccia, durato anni e anni oggi oramai evaporato.

Un amore travolgente che non ha chiesto permesso a nessuno, nato nella sala di un cinema, due piccole fiamme che si accendono aspettando il buio per risplendere ancora di più di luce propria, creando scintille da far scatenare l'infinito.

Ed è stato bellissimo vivere quei giorni oramai quasi scordati, così lontani e così vicini tornati alla mente da un certo suono di clacson, dai miei occhi che si sono posati su una vecchia auto blu con capottina bianca, oggi qui, nel centro di questa grande città, ma non è quella che ci ha visto sfrecciare sulla circonvallazione inseguiti da una pantera che abbiamo seminato a fatica,  per poi perdere per strada la paura e ritrovarci dentro una gran risata.

Chissà dove sei, amore proibito, amore legato ad un'altra anima, chissà se ripensi ogni tanto a quei giorni, chissà se hai trovato la tua meta, il tuo destino lontano da quel cortile in casa di ringhiera.

Basta davvero poco a far riemergere ricordi bellissimi, i disegni sulle pareti di casa, una pasta col sugo scotta, il tuo respiro sul mio seno in tante notti fredde piene di pioggia.

E poi d'un tratto sei sparito. Scomparso. Senza un perchè, senza parole.

Ho ancora l'impronta del tuo respiro sul mio cuore di sabbia, ma il vento riuscirà a cancellarla.










p.s. racconto di fantasia datato fine anni 70


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