Più o meno un paio d’anni fa Stefano, scriveva dei testi rap e non, per suo diletto.
Ieri mi è capitato tra le mani un suo elaborato che qui ho riportato fedelmente.
QUELLO CHE SCRIVO
Quando la penna si lega alla mia mano
profetizzo avvenimenti mega come uno sciamano
non chiamatemi profano, poeta o freestyler
resto comunque mortale chiamato Mc Gyver
artista nella rima baciata, dote innata
scoperta quattro anni fa a campanella suonata
tornato a casa dopo una brutta giornata terminata a fatica
ricordo solo la penna come unica amica.
canto tramite parole scritte
storie intrecciate in maglie ancora più fitte
ma comunque semplici e pure
tra libertà di parola e infinite censure
amori passati ed amicizie durature
paure e mozioni rilette al mattino
sopra il bianco di un foglio poggiato sul comodino
assieme ad un fottio di carta nel cestino racconto la vita
narro le mie storie perché ho il futuro tra le dita
uso inchiostro indelebile
scrivo sul tempo che passa inesorabile
ma come il tempo io sono implacabile e continuo a scrivere
smetto adesso di esistere per cominciare a vivere
con la penna in pugno
e nella testa un sogno
finchè potrò dirmi vivo
questo è quello che scrivo
se penso a quante volte non mi sono riuscito ad esprimere
adesso l’unica chiave per stare zitto è scrivere
non conosco la fatica o il dolore
perché vengo spinto da cause di forza maggiore
vivo in un etere di lettere che fanno riflettere
e che mi fanno capire che non c’è motivo di smettere
vado avanti anche senza inchiostro
e se necessario userò il sangue del mio braccio sinistro
sono un mancino, gioco impeccabile
ogni strofa lanciata è un tiro imparabile
come i campioni da piccolo mi allenavo in cortile
ora scarto gli avversari come un giocatore del Brasile
e chi mi sfida perché non mi crede sa che cede
sarà costretto in breve a nominare un erede.
io ho sempre avuto fede in ogni mio testo
e continuerò ad averne in me stesso ad ogni costo
il pio posto è dietro questo mic
25 ore su 24 come nel film di Spike
questa non è finzione ma realtà
e chi è già stato dietro ad un microfono lo sa.
con la penna in pugno
e nella testa un sogno
finchè potrò dirmi vivo
questo è quello che scrivo
Ieri mi è capitato tra le mani un suo elaborato che qui ho riportato fedelmente.
QUELLO CHE SCRIVO
Quando la penna si lega alla mia mano
profetizzo avvenimenti mega come uno sciamano
non chiamatemi profano, poeta o freestyler
resto comunque mortale chiamato Mc Gyver
artista nella rima baciata, dote innata
scoperta quattro anni fa a campanella suonata
tornato a casa dopo una brutta giornata terminata a fatica
ricordo solo la penna come unica amica.
canto tramite parole scritte
storie intrecciate in maglie ancora più fitte
ma comunque semplici e pure
tra libertà di parola e infinite censure
amori passati ed amicizie durature
paure e mozioni rilette al mattino
sopra il bianco di un foglio poggiato sul comodino
assieme ad un fottio di carta nel cestino racconto la vita
narro le mie storie perché ho il futuro tra le dita
uso inchiostro indelebile
scrivo sul tempo che passa inesorabile
ma come il tempo io sono implacabile e continuo a scrivere
smetto adesso di esistere per cominciare a vivere
con la penna in pugno
e nella testa un sogno
finchè potrò dirmi vivo
questo è quello che scrivo
se penso a quante volte non mi sono riuscito ad esprimere
adesso l’unica chiave per stare zitto è scrivere
non conosco la fatica o il dolore
perché vengo spinto da cause di forza maggiore
vivo in un etere di lettere che fanno riflettere
e che mi fanno capire che non c’è motivo di smettere
vado avanti anche senza inchiostro
e se necessario userò il sangue del mio braccio sinistro
sono un mancino, gioco impeccabile
ogni strofa lanciata è un tiro imparabile
come i campioni da piccolo mi allenavo in cortile
ora scarto gli avversari come un giocatore del Brasile
e chi mi sfida perché non mi crede sa che cede
sarà costretto in breve a nominare un erede.
io ho sempre avuto fede in ogni mio testo
e continuerò ad averne in me stesso ad ogni costo
il pio posto è dietro questo mic
25 ore su 24 come nel film di Spike
questa non è finzione ma realtà
e chi è già stato dietro ad un microfono lo sa.
con la penna in pugno
e nella testa un sogno
finchè potrò dirmi vivo
questo è quello che scrivo
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