Avevo da poco compiuto 11 anni ed ero innamorata pazza del figlio della portinaia, un mingherlino dai capelli rossi che nemmeno mi degnava di uno sguardo.
Mi ricordo che avevo un mangiadischi verde e facevo suonare a più non posso “Acqua azzurra acqua chiara” di Lucio Battisti; mio fratello la domenica organizzava le feste in casa e invitava i suoi amici e sul vecchio giradischi bianco e rosso che si chiudeva a valigetta, suonavano a più non posso i dischi a 45 giri dei Beatles, di Celentano e tanti altri.
Allora la TV era in bianco e nero e Tito Stagno lo si era sempre ascoltato con attenzione fino a quel giorno, ma da quella telecronaca in poi diventò il Verbo; la sera si vedeva Carosello e dopo a dormire, il sabato c’era “Chissà chi lo sa?” condotto da febo Conti e quando la mamma non c’era mi ricordo che cercavo sulla guida del telefono i nomi degli attori e cantanti famosi per parlare con loro, ma non ci riuscii mai ovviamente…solo una volta chiamai il Clan di Celentano e lasciai detto i miei saluti per lui ma non mi richiamò mai.
Non c’erano telefonini, anzi compravi i gettoni e cercavi i telefoni marroncini, quelli con i numeri sotto il disco e andavi nei bar, se dovevi chiamare; noi a casa avevamo il vecchio telefono grigio al quale mia madre mise ad un certo punto il lucchetto, perché io stavo delle ore al telefono con le mie compagne di scuola e anche mio fratello e mia sorella ne facevano uso un po’ più di quel che ci si poteva permettere allora.
Mio padre era sempre in giro per lavoro e veniva a casa quando andava bene una volta al mese .
Si scrivevano più lettere ai parenti, agli amici lontani. Compravo Ciao 2001 e il Monello, li leggevo velocemente, senza pause tutto d’un fiato. Di nascosto leggevo il Grand Hotel perché mi affascinavano i fotoromanzi .
Mi ricordo che quando si andava a fare la spesa all’Esselunga si poteva pagare con i loro gettoni di plastica in tanti colori a seconda del taglio della moneta; la carne la si mangiava una volta a settimana e il latte si comprava nel cartone a triangolo a 70 lire al litro, andare a vedere una prima visione al cinema costava 500 lire, ma con 50 lire all’oratorio si potevano fare tante cose la domenica : una partita a biliardino, gazzosa e stringhe di liquirizia e il solito film che parlava dei romani.
Tutto era molto più semplice, Internet era proprio agli albori, in macchina sulle radio estraibili che pesavano come un mattone, suonavano i nastri magnetici super8 e le vacanze al mare erano solo per i “signori”, tant’è che un anno andai in colonia a Sedriano (MI) e il mare lo vedevo in cartolina..
Quanti ricordi mi ha evocato questa data… tanta nostalgia per le cose semplici di quei tempi, che sicuramente apprezzavamo molto di più, una genuinità che forse si è un po’ stemperata nel tempo,
assorbita dall’evolversi di tutti questi accessori che (dicono) ci aiutano a fare una vita agiata, senza che ci possa mancare nulla; credo che però sia importante ricordare come eravamo , senza dimenticare che il tanto diventa poco se si desidera ancora di più.
Eppure la luna è lì ancora nel cielo come quarant’anni fa, che ci guarda e sicuramente ...se la ride .
Mi ricordo che avevo un mangiadischi verde e facevo suonare a più non posso “Acqua azzurra acqua chiara” di Lucio Battisti; mio fratello la domenica organizzava le feste in casa e invitava i suoi amici e sul vecchio giradischi bianco e rosso che si chiudeva a valigetta, suonavano a più non posso i dischi a 45 giri dei Beatles, di Celentano e tanti altri.
Allora la TV era in bianco e nero e Tito Stagno lo si era sempre ascoltato con attenzione fino a quel giorno, ma da quella telecronaca in poi diventò il Verbo; la sera si vedeva Carosello e dopo a dormire, il sabato c’era “Chissà chi lo sa?” condotto da febo Conti e quando la mamma non c’era mi ricordo che cercavo sulla guida del telefono i nomi degli attori e cantanti famosi per parlare con loro, ma non ci riuscii mai ovviamente…solo una volta chiamai il Clan di Celentano e lasciai detto i miei saluti per lui ma non mi richiamò mai.
Non c’erano telefonini, anzi compravi i gettoni e cercavi i telefoni marroncini, quelli con i numeri sotto il disco e andavi nei bar, se dovevi chiamare; noi a casa avevamo il vecchio telefono grigio al quale mia madre mise ad un certo punto il lucchetto, perché io stavo delle ore al telefono con le mie compagne di scuola e anche mio fratello e mia sorella ne facevano uso un po’ più di quel che ci si poteva permettere allora.
Mio padre era sempre in giro per lavoro e veniva a casa quando andava bene una volta al mese .
Si scrivevano più lettere ai parenti, agli amici lontani. Compravo Ciao 2001 e il Monello, li leggevo velocemente, senza pause tutto d’un fiato. Di nascosto leggevo il Grand Hotel perché mi affascinavano i fotoromanzi .
Mi ricordo che quando si andava a fare la spesa all’Esselunga si poteva pagare con i loro gettoni di plastica in tanti colori a seconda del taglio della moneta; la carne la si mangiava una volta a settimana e il latte si comprava nel cartone a triangolo a 70 lire al litro, andare a vedere una prima visione al cinema costava 500 lire, ma con 50 lire all’oratorio si potevano fare tante cose la domenica : una partita a biliardino, gazzosa e stringhe di liquirizia e il solito film che parlava dei romani.
Tutto era molto più semplice, Internet era proprio agli albori, in macchina sulle radio estraibili che pesavano come un mattone, suonavano i nastri magnetici super8 e le vacanze al mare erano solo per i “signori”, tant’è che un anno andai in colonia a Sedriano (MI) e il mare lo vedevo in cartolina..
Quanti ricordi mi ha evocato questa data… tanta nostalgia per le cose semplici di quei tempi, che sicuramente apprezzavamo molto di più, una genuinità che forse si è un po’ stemperata nel tempo,
assorbita dall’evolversi di tutti questi accessori che (dicono) ci aiutano a fare una vita agiata, senza che ci possa mancare nulla; credo che però sia importante ricordare come eravamo , senza dimenticare che il tanto diventa poco se si desidera ancora di più.
Eppure la luna è lì ancora nel cielo come quarant’anni fa, che ci guarda e sicuramente ...se la ride .
:-)
1 commento:
Scrive proprio bene, la mia amica Bianca, e l'ho sempre saputo! Scommetto che quando va in pensione ce la ritroviamo a firmare articoli e libri. E io potrò dire: l'ho sempre detto, io!
Anna
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